La mia passione per i viaggi mi ha portata verso terre lontane, sentieri immersi nella natura, tra valli attraversate da fiumi impetuosi, circondate da alte vette innevate, verso montagne maestose alla scoperta di un popolo con diverse lingue, diverse tradizioni, diverse religioni.

In una calda giornata di ottobre, immersa nel caos di Kathmandu, inizia il mio viaggio in quella terra a me al momento sconosciuta, che presto però si rivelò amica e compagna di viaggio.

Zaino pronto poche cose e tutto il mio mondo racchiuso lì dentro, seduta nella sala d’attesa di un aeroporto, accompagnata da mille emozioni contrastanti tra loro e una gran voglia di volare verso quei posti tanto sognati, in attesa del piccolo aereo, che tardava ad arrivare con destinazione Lukla, il più piccolo aeroporto del mondo, destinazione Campo Base Everest.

Nuovi orizzonti e nuove vie stavano per aprirsi, i miei primi passi, i primi incontri in quell’universo di montagne e vallate dove non esistono strade, non ci sono automezzi e spesso nemmeno animali da soma. Dove la gente è abituata fin dall’infanzia a sopportare pesi che piegherebbero le ginocchia a chiunque di noi, ne fa una quotidianità. Stupisce vedere donne che avanzano con andatura leggera ed elegante nonostante gerle stracariche di merce di ogni tipo. I miei occhi lungo il sentiero hanno incrociato sguardi dolci, un sorriso mai negato, un piccolo fiore come dono per un buon inizio di giornata.

Tra quelle montagne e su quei sentieri puoi fermarti a meditare, grandi cumuli di pietre con incise preghiere, piccoli Stupa coccolati dai mille colori delle bandiere tibetane che sventolano libere verso il cielo, sono i tuoi compagni di viaggio.

Impari ad ascoltare e ascoltarti, vivi tra gente semplice, vera, condividendo le esperienze quotidiane, sorridi e rimani affascinato dalle mille leggende che riscaldano le lunghe serate nei lodge.

Il momento è unico

Mi fermo, il mio sguardo non incontra confini, lascio entrare dentro di me tanta bellezza, che si stampi viva e luminosa com’è la mia anima.

Passo dopo passo, piano piano, senti il tuo corpo diventare leggero, le tue gambe sono più armoniose, i pensieri scivolano via, ti lasci cullare dal vento, baciare dal sole e prendi il ruolo di spettatore in questo processo creativo, da un lato vedi le forze che hanno creato le montagne e dall’altro la bellezza di un fiore.

Custodisco dentro di me come un tesoro quello che l’anima ha potuto cogliere lungo quei sentieri dalle persone e dalla natura che avvolgeva ogni mio passo.

… alla scoperta delle Campane Tibetane…

È tempo di lasciare quei sentieri, quelle maestose cime innevate e immergersi di nuovo nel caos di Kathmandu, colori suoni odori mi sembra di essere in un altro pianeta, il cuore piange ancora il silenzio il grande “dono”  ricevuto tra quelle vette.

Girovagando tra le bancarelle, in cerca di un souvenir, il mio sguardo si fermò su una piccola ciotola, che gentilmente qualcuno fece vibrare, un suono riempì l’aria, un suono che non mi era noto.

Un semplice affascinante suono, che capta la tua attenzione e ti conduce verso nuovi orizzonti, ti porta fuori dal tempo, traccia un sentiero verso la consapevolezza di poter divulgare qualcosa di misterioso e cogliere ogni emozione che ti dona attraverso la sua vibrazione.

Nasce così il mio viaggio alla scoperta delle ciotole tibetane, tra luoghi dimenticati, visi solcati dalla sofferenza, posti che non possiamo neppure immaginare dove ho avuto il privilegio di documentare la creazione delle ciotole tibetane, costatando la maestria, il sudore, la dignità e la serenità che c’è dietro ogni ciotola tibetana.

Da quel giorno è nata una grande passione, per il loro affascinante suono e l’influenza che hanno sul rapporto corpo, mente e anima, nonostante siano ancora circondate da un alone di mistero.