La mia passione per i viaggi mi ha portata verso terre lontane, sentieri immersi nella natura, tra valli attraversate da fiumi impetuosi, circondate da alte vette innevate, verso montagne maestose alla scoperta di un popolo con diverse lingue, diverse tradizioni, diverse religioni.
In una calda giornata di ottobre, immersa nel caos di Kathmandu, inizia il mio viaggio in quella terra a me al momento sconosciuta, che presto però si rivelò amica e compagna di viaggio.
Zaino pronto poche cose e tutto il mio mondo racchiuso lì dentro, seduta nella sala d’attesa di un aeroporto, accompagnata da mille emozioni contrastanti tra loro e una gran voglia di volare verso quei posti tanto sognati, in attesa del piccolo aereo, che tardava ad arrivare con destinazione Lukla, il più piccolo aeroporto del mondo, destinazione Campo Base Everest.
Nuovi orizzonti e nuove vie stavano per aprirsi, i miei primi passi, i primi incontri in quell’universo di montagne e vallate dove non esistono strade, non ci sono automezzi e spesso nemmeno animali da soma. Dove la gente è abituata fin dall’infanzia a sopportare pesi che piegherebbero le ginocchia a chiunque di noi, ne fa una quotidianità. Stupisce vedere donne che avanzano con andatura leggera ed elegante nonostante gerle stracariche di merce di ogni tipo. I miei occhi lungo il sentiero hanno incrociato sguardi dolci, un sorriso mai negato, un piccolo fiore come dono per un buon inizio di giornata.